Nel libro “Pensa e arricchisci te stesso” di Napoleon Hill¹, ci sono dei passaggi fondamentali che illustrano il fallimento.
Nonostante nel nostro Paese l’etichetta del fallito sia disdicevole, senza via di uscita e senza possibilità di rivalsa, scoraggiando giovani imprenditori a buttarsi per paura di fallire, in altri Paesi il fallimento è visto spesso come un punto di inizio, di forza e la base di preparazione di un potenziale futuro successo.
È lo stesso autore ad affermare: «Ogni fallimento porta con sé il seme di un successo equivalente»², poiché il fallimento contiene intrinsecamente la sofferenza della prova non superata e dell’esperienza acquisita che determina il grado di affidabilità di un essere umano, rispetto a chi tale fallimento non l’ha vissuto e percepito.
Il fallimento, tuttavia, può essere affrontato grazie ad un’importante abilità: la tenacia. Cos’è la tenacia? È una virtù di grande importanza, ed è interessante cogliere le sfumature del suo nome. Scopriamo prima di tutto la sua etimologia:
tenàcia s. f. [dal lat. arc. tenacia (class. tenacĭtas)] (pl., raro, -cie) da tenàce = lat. tenacem, tener fermo, trattenere, che tiene o è capace di tener fermo.³ «E s’io mi svolvo dal tenace visco dalle panie d’amore» (Petrarca).
Il tenace, propriamente, sarebbe ciò che ha una grande forza adesiva (ciò che ‘tiene’). La tenacia è la fermezza nella volontà, la costanza nell’azione, la resistenza nella decisione: descrive un atteggiamento risoluto che non si scolla dal proposito e che regge ogni avversità. Una parola da tenere viva e presente nei nostri pensieri e nei nostri discorsi, perché spesso è dalla tenacia che dipende ogni successo, grande o piccolo che sia. A parità di abilità, quindi, quello che può fare la differenza è la tenacia, la capacità di perseguire nel raggiungimento dei propri obiettivi superando le difficoltà.⁴
«In molti hanno talento, ma l’abilità richiede un lavoro duro. Molta gente crede che il mio modo di giocare sia stato un dono di Dio, mentre in realtà è soprattutto il frutto di ore di lavoro in palestra“. (Michael Jordan)
Nei vari passaggi del libro di Hill, che riporta storie di vita pratica di grandi vincitori, viene raccontato anche l’episodio di Darby, un assicuratore di successo, un uomo che da giovane ebbe la fortuna di assistere ad un confronto tra una bimba di colore, figlia di un mezzadra, che pretendeva un proprio credito di cinquanta centesimi dallo zio di Darby. La bimba, grazie alla sua tenacia, ebbe la meglio sul vecchio violento e Derby, negli anni successivi, davanti a dei NO da parte di potenziali acquirenti, ricordava quell’episodio e in particolar modo il volto tenace di quella bambina a cui si ispirava tutte le volte per portare a casa una vendita, perseguendo pertanto il suo obiettivo.
Il motto è: rimanere vigili e fermi (tenacia) davanti al proprio obiettivo!
Molti sono bravi a cominciare ma pessimi a finire ciò che iniziano. Spesso, inoltre, tante persone sono inclini a rinunciare ai primi segnali di sconfitta, ma «…la persona che fa della tenacia la sua parola d’ordine scopre che il rinunciatario che abita dentro di lui e che lo spinge al fallimento si stanca e se ne va per sempre. Il fallimento non può competere con la tenacia⁵».
La tenacia è una qualità del cuore, del coraggio (dallo spagnolo coraje = corazón, cuore), è un’abilità che sottende un ardente desiderio e una chiarezza di intento. Infatti, tra i tredici passi da compiere per raggiungere la ricchezza (spirituale ed economica) uno ha a che fare con la tenacia.
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Il fallimento può essere solo un movimento verso un nuovo successo. Se ti senti in difficoltà ma desideri modificare la tua prospettiva, contattaci per un colloquio conoscitivo senza impegno.
¹HILL N., Pensa e arricchisci te stesso, Milano, Gribaudi Edizioni, 2003.
² Ibidem.
³ Etimo, https://www.etimo.it/?term=tenace, consultato il 17/05/2022.
⁴ Un parola al giorno, https://unaparolaalgiorno.it/significato/tenacia, consultato il 17/05/2022.
⁵ HILL N., Pensa e arricchisci te stesso.